Quando si passa da regime forfettario a regime ordinario 

Stefano Melli
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Il regime forfettario è forse l’unica soluzione lavorativa comoda e facile in Italia: poche regole e molto chiare, inoltre può essere realmente conveniente e senza brutte sorprese. In molti in Italia ogni anno decidono di iniziare la propria attività professionale autonoma in questo regime fiscale, ma per poter continuare nel tempo a goderne i vantaggi è molto importante conoscerne i limiti


Cosa si intende per regime forfettario? 


Il regime forfettario è una modalità fiscale che prevede una tassazione fissa, proporzionata a un’ipotesi di spesa del lavoro legata alla propria mansione, esente da IVA e IRPEF. In sostanza le detrazioni fiscali di un parrucchiere saranno differenti da quelle di un web designer, così come da quelle di un giornalista. Il fattore comune sono la percentuale fissa, le dinamiche di apertura e i parametri in cui stare per non perdere le agevolazioni. Per completare l’identikit del regime forfettario, è importante sapere che le imposte forfettarie non prevedono la possibilità di scaricare spese, proprio perché si determina a priori un “forfait” che verrà detratto a priori, in base al proprio codice Ateco.


[Leggi questo articolo per scoprire di più sul regime forfettario] 

Quando si esce dal regime forfettario

Alcuni dei rischi non sono poi così male, considerando che sono vincolati al raggiungimento del tetto massimo di fatturato dedicato ai professionisti in regime forfettario: 

  • superare 85.000€ di fatturato: in questo caso si passerà a regime ordinario a partire dall’anno successivo, quindi si inizierà a fare i conti con IRPEF e IVA, ma se l’anno successivo non si supera nuovamente la soglia, allora si tornerà in regime forfettario. Come fosse un anno cuscinetto.
  • superare 100.000€ di fatturato: dopo aver sbocciato per il traguardo, si passa immediatamente in regime ordinario senza passare dal via. L’anno successivo si dovrà versare IRPEF e IVA sull’anno in questione e sui successivi. 

Esistono altri parametri tali per cui si esce dal regime forfettario: 

  • Hai un lavoro da dipendente che supera i 30.000€ di guadagno annuo
  • La tua residenza non è in Italia
  • Hai una società di capitali con lo stesso core business dell’attività svolta come professionista
  • Prendi quote di partecipazione a società di persone

Vediamo un esempio pratico 

Prendendo come riferimento le prime due casistiche, analizziamo situazioni possibili. Mettiamo il caso che quest’anno arrivi a fatturare 87.000€: che cosa succede?

Semplicemente nel 2024 passerai in regime ordinario, con la possibilità di tornare nel regime forfettario nel 2025 se durante il 2024 rispetterai i parametri necessari. 


E se ne fatturi 100.000? Allora il passaggio è immediato e dovrai versare le aliquote IRPEF già sul fatturato 2023 e sarai tenuto a indicare l’IVA sulle fatture successive. 
Quindi ok, si sboccia, ma fino a un certo punto.

da forfettario a ordinario

Esistono altri casi in cui si esce dal regime forfettario?

Sembrerà banale, ma uno dei motivi principali per cui si esce dal regime forfettario è la scelta personale: per quanto sia una soluzione conveniente ai più, diventa limitante quando i costi del lavoro diventano importanti.

Collaboratori, dipendenti, attrezzatura professionale, spazi fisici, licenze, costi accessori come benzina e utenze. Tutti questi possono diventare un problema serio quando sono costi vivi e non detraibili, per questo è bene sempre avere a mente quanto costa il lavoro che si svolge, così da trovare la forma fiscale corretta.


Nota bene: chiudere la propria posizione fiscale in regime forfettario comporta non poter più godere di queste agevolazioni, quindi se si decidesse di riaprirla in un secondo momento il regime sarà quello ordinario.

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