A chi conviene il regime forfettario?
Stefano Melli
Trovare una risposta chiara, semplice, non articolata, significa trovare una menzogna. Prima di inquadrare i profili a cui davvero conviene il regime forfettario, diamone una brevissima definizione.
Il regime forfettario prevede un’imposta sostitutiva, che alleggerisce i professionisti di tutte le imposte del regime ordinario, pari al 15% e comprende i contributi IRPEF, l’IRAP e altre sigle che non ci piacciono. A determinate condizioni questa imposta può scendere al 5% per i primi 5 anni e finché si resta in questo regime si è esenti dal versamento dell’IVA. Detto così, conviene a tutti, no?
Consideriamo altri fattori determinanti di questo regime:
- Non è possibile dedurre dalle tasse dei costi legati al lavoro
- Non è possibile dedurre dalle tasse dei costi legati alla persona (spese mediche, ristrutturazioni, mutuo…)
- Non è possibile fatturare più di 85mila euro (Legge di Bilancio 2023)
- Non è possibile avere spese legate a collaboratori maggiori di 20mila euro.
In sostanza, se è vero che il peso delle imposte è ridotto al minimo, è anche vero che i vincoli non mancano. Per definizione, infatti, il regime forfettario è dedicato alle piccole attività economiche e – per questo – prevede semplificazioni a livello contabile e di IVA.
Per questo motivo anche l’ingresso in questo regime è sottoposto a vincoli.
Come rientrare nel regime forfettario
Per accedere a queste agevolazioni è necessario:
- non aver avuto un’altra partita IVA nei tre anni precedenti;
- la nuova attività non deve essere la prosecuzione di una precedente;
- non aver esercitato la stessa attività come dipendente o autonomo;
- non proseguire l’attività di un altro soggetto,che ha superato i 65.000 euro di ricavi durante l’anno precedente.
Questi limiti servono a rispettare la definizione data in precedenza relativamente alle piccole attività economiche.
Anche i costi di apertura della partita iva forfettaria sono ridotti al minimo, non si superano i 100 euro tranne in casi particolari dove è necessario registrarsi anche in camera di commercio… più il commercialista! Perché è vero che è possibile fare tutti gli step da sé, o appoggiandosi a servizi online, ma il nostro consiglio spassionato è quello di farsi accompagnare sempre da un professionista del settore, meglio se con esperienza.
Mai sentito il detto che per goderti una moto senza farti male devi averne paura? Ecco, è più o meno uguale quando si parla di Partita Iva: per godersela a pieno è sicuramente meglio delegare le questioni più tecniche a chi ha avuto un percorso formativo tale per cui sa navigare nel complesso fisco italiano.

Quindi, a chi conviene il regime forfettario?
Ok, abbiamo provato a girarci intorno ma è arrivato il momento di rispondere.
DIPENDE
Non offenderti, ma è vero: dipende dal tipo di attività, dalla situazione personale al momento dell’apertura della posizione fiscale, dai costi che si andranno ad affrontare e dal grado di autonomia del professionista.
Infatti è sempre bene ricordare che anche se la tassazione è applicata solo a una parte del fatturato (che va dal 78% al 40%), è altresì vero che non sempre la previsione dei costi rispecchia la realtà. Di un parrucchiere si prevede il costo della locazione ad esempio, di un designer no. Quindi queste due categorie avranno una percentuale imponibile diversa rispetto al fatturato. Ma se il designer avesse un ufficio? Il rischio è quello di avere delle spese in eccesso che non possono essere dedotte dalle tasse.
Quindi, prima di scegliere il comodissimo regime forfettario è buona pratica fare una stima delle spese che si avranno durante l’anno, considerando anche eventuali collaboratori.
In ultima analisi è bene ricordare che avendo una percentuale vicina allo zero rispetto al versamento IRPEF, i costi legati alla persona non saranno deducibili. Spese mediche e spese legate alla casa, quindi, saranno presenti solamente tra le voci in uscita del proprio bilancio finanziario. L’attenzione allora in questo caso va a coloro che hanno in previsione dei figli, o l’acquisto di un immobile.
Se invece, come sempre più spesso accade, la partita IVA è tra i primi lavori della propria vita professionale, allora il regime forfettario potrebbe essere un ottimo modo per vivere serenamente la propria partita IVA.
Ora speriamo davvero che quel “dipende” non sia visto come un modo di non rispondere, ma la risposta migliore possibile. La chiave per interpretarlo è quella di analizzare bene i vincoli e le possibilità del regime forfettario e capire se questi possono sposare le necessità del futuro professionista interessato.
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