Guadagno lordo e guadagno netto in regime forfettario

Stefano Melli
Aggiornato il

Stai pensando di aprire partita iva e non hai ben capito come funziona la tassazione e la contribuzione, non è vero? Qui proveremo a fare chiarezza con un esempio pratico e mettendo a fuoco i termini fondamentali per capire come distinguere guadagno lordo e guadagno netto

Anzitutto, cosa significa essere in regime forfettario? Si tratta di un regime agevolato rispetto a quello ordinario, sia nella forma sia nella spesa. Ciò che caratterizza questa forma di partita iva è la definizione da parte dell’Agenzia delle Entrate di una quota di fatturato esentasse, corrispondente alle possibili spese legate all’attività professionale. Inoltre, le tasse sono sintetizzate nell’imposta sostitutiva, pari al 15% (in alcuni casi il 5%). La contribuzione invece dipende dalla cassa previdenziale.

Se tra i tuoi dubbi c’è anche quello della differenza tra questi due regimi, ti consigliamo di leggere questo articolo. 

Fatta chiarezza sul regime forfettario, andiamo ad analizzare un caso pratico per capire le differenze tra guadagno lordo e guadagno netto

Regime forfettario: guadagno lordo e guadagno netto 

Nei nostri articoli facciamo spesso l’esempio di un grafico, è arrivato il momento di dargli un nome e conoscerlo meglio. Renato ha aperto partita iva in regime forfettario e chiude l’anno con un fatturato pari a 50.000 euro. Il primo parametro da conoscere per fare il calcolo è il coefficiente di redditività, cioè la percentuale risultante considerando la stima forfettaria di spese descritta in precedenza. Nel caso di Renato, il coefficiente di redditività è pari al 78%

Quindi, considerando il 22% di fatturato esentasse, il reddito imponibile (cioè quello soggetto a tassazione), è pari a 39mila euro

Renato ha un’imposta sostitutiva pari al 15%, quindi questa sarà pari a 7500 euro. 

Sottratta l’imposta sostitutiva, ora bisogna calcolare i contributi. Renato, non facendo parte di alcun ordine professionale, è iscritto alla cassa previdenziale INPS e dovrà quindi versare il 26,23% come contributo pensionistico. Quindi: 

(39’000 – 7500) euro = 31’500  euro 

31’500  euro – (31’500 x 26,23%) euro = 23238 euro

A questa cifra va infine sommata la quota forfetaria del 22% del fatturato, pari a 11mila euro. 

(27’332 + 11’000) euro = 34’238 euro.

Possiamo quindi definire che il guadagno lordo di Renato è pari a 50’000 euro, mentre il netto è 34’238 euro, quindi la differenza è pari a 15’762 euro (circa il 30%). Ovviamente, se sono state sostenute delle spese, queste vanno sottratte.

guadagno lordo e guadagno netto

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4 Commenti

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