Quanto costa un dipendente per un’azienda?
Stefano Melli
Considerando tutte le difficoltà che oggi caratterizzano il mondo del lavoro, chiedersi quale sia il costo di un dipendente per un’azienda è più che lecito. Di quali voci si compone la spesa annua che garantisce ad un’impresa le prestazioni lavorative di una persona? Purtroppo non può esistere una risposta precisa, in quanto a bilancio rientrano sia spese dirette verso il dipendente sia spese indirette che sono rivolte a tutto il personale e la maggior parte di queste possono variare da azienda a azienda.
Parlando della prima categoria – le spese dirette verso il dipendente – possiamo essere sicuramente più precisi. Anzitutto il punto di partenza è la RAL (Retribuzione Annua Lorda), che si compone della retribuzione lorda mensile per 12 e varia in funzione dei contratti nazionali di categoria. Immaginiamo uno stipendio lordo di €2500/mese, basterà fare 2500×12 per ottenere il valore della RAL (€30000/anno). Sempre in funzione del contratto nazionale possono essere garantite la tredicesima e/o la quattordicesima mensilità come supporto economico all’assunto, la prima da erogare a dicembre e la seconda, nel caso, a luglio. Nel nostro caso, considerando solamente la tredicesima, la nostra spesa sale a €32500/anno.
Un altro costo fisso legato alla RAL è il TFR, ovvero il trattamento di fine rapporto (o liquidazione), pari al valore della RAL diviso la costante 13,5. Ogni anno l’azienda sarà responsabile di questa somma e dovrà accantonarla in vista del termine del rapporto lavorativo per dimissioni, licenziamento o pensionamento. Considerando dunque una RAL pari a €32500/anno, la quota annuale da accantonare sarà pari a €2407/anno. Ogni anno, inoltre, la quota viene aggiornata al 31 dicembre considerando l’inflazione e altri parametri che influenzano il valore della valuta.
L’azienda fa inoltre fronte al versamento dei contributi pensionistici e assicurativi (INPS e INAIL), pari al 35% circa della RAL. Nel nostro caso, i contributi sono circa 11375€. Considerando quindi uno stipendio lordo di €2500/mese, TFR e contributi, siamo arrivati a una spesa annua pari a €46282.
Welfare aziendale e formazione
Esistono poi delle voci a bilancio di cui il dipendente non ha traccia in busta paga, ma assumono sempre più importanza nelle aziende. Questi costi sono meglio definibili come investimenti piuttosto che spese dato che sono indirizzate al benessere del personale. Si investe nel welfare, infatti, per dipendenti più coinvolti nel progetto aziendale e più soddisfatti grazie a benefit ed esperienze di gruppo. In questa voce rientrano i buoni pasto, momenti di condivisioni come gite ed experience, ma anche auto aziendale e rimborsi spese per il tragitto casa-lavoro.
Anche la formazione potrebbe rientrare in questa categoria, ma è giusto catalogarla come voce separata dato la finalità utilitaristica. Si parla di formazione sia intendendo quella obbligatoria (sicurezza e primo soccorso), sia quella non obbligatoria (corsi di aggiornamento). In questo ultimo caso è ancora più concreto il concetto di investimento: investire in formazione permette ai propri dipendenti di disporre di un maggior numero di strumenti da utilizzare per aumentare la produttività.
Tutti questi costi variano in funzione del numero di dipendenti e della disponibilità dell’azienda, oltre che essere diversi di anno in anno. Per avere un’idea precisa della spesa è utile prevedere dei budget da dedicare l’anno successivo a welfare e formazione, per poi dividere lo stesso per il numero di dipendenti che ne beneficeranno. Da precisare molti di questi costi diminuiscono quando si istaurano rapporti a medio lungo termine con freelancer.

Quanto costa un dipendente: ricerca e gestione del personale
Ci sono poi altri costi sempre legati al personale che spesso non vengono considerati dai più, ma che gli imprenditori conoscono molto bene: il personale che si dedica alle risorse umane. Avere questa categoria di personale interno alla propria azienda è un costo e indirettamente è collegato alla domanda “quanto costa avere un dipendente?”. Esatto, perché la selezione di personale adeguato e la gestione quotidiana dei dipendenti è un fattore che determina la produttività dell’azienda e la buona resa a livello commerciale.
Un consulente del lavoro, un reparto amministrativo che prepara le buste paghe, la gestione dei rapporti interni all’azienda, lo stesso personale che si occupa di welfare e formazione, la selezione del personale… Sono tutti costi che non portano direttamente utile all’azienda, ma fanno da collante tra le diverse attività svolte dall’impresa. Per questo cataloghiamo questi costi tra le spese dedicate ai dipendenti, perché la direzione dello sforzo di questi reparti va proprio in quella direzione e non verso la produzione.
Quindi, quando costa un dipendente?
Per saper rispondere a questa domanda non basterebbe una sfera di cristallo, ma ne servirebbe una per ogni azienda presa in considerazione. Le uniche “variabili costanti” sono la RAL, i contributi e il TFR, che in ogni caso variano in funzione della categoria professionale. Le altre spese dipendono invece dalla capacità e dell’intenzione dell’impresa di investire sul proprio personale.
La questione diventa ancora più articolata se si considera tutto quel sottobosco di spese di cui non abbiamo parlato, come i boccioni dell’acqua, il caffè, il latte o semplicemente la carta igienica. Non abbiamo nemmeno parlato dei costi per le trasferte o i rimborsi di pranzi o cene di lavoro, ma nemmeno delle spese legate allo spazio fisico in cui ospitare le attività lavorative e quelle per tenerle sempre pulite (oltre che a norma).
Per un imprenditore costa davvero molto avere dei dipendenti e spesso è pure difficile calcolare in anticipo quanto. Detto questo, la domanda da porsi potrebbe essere un’altra: quanto costa avere dei dipendenti soddisfatti e felici per un’azienda?
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.