Storie di Partita IVA: Salvatore Saitta, webmaster & strategist freelance
Stefano Melli
Scrivendo “Freelance” nella barra di ricerca di Linkedin i risultati parlano chiaro: pagine e pagine di creativi in partita IVA. Andando più nel dettaglio, il risultato non cambia cercando “copywriter freelance”, “graphic designer freelance”, “fotografo freelance” e via dicendo. E gli ingegneri? I tecnici? Esistono webmaster freelance?
Preso questo input, abbiamo deciso di parlare con chi vive di programmazione e ha scelto la libera professione. Tra i profili consultati, quello di Salvatore Saitta è quello che ci ha incuriosito di più: 37 anni, Catanese innamorato della sua Sicilia, webmaster e web strategist, da sempre freelance. Data l’esperienza maturata in anni di partita IVA ha fondato anche l’Accademia del Freelance, con cui guida i nuovi professionisti a orientarsi tra risorse open source e altre dinamiche vincenti per questo stile di vita.
Perché è proprio questo il modo di definire la vita del freelance, una scelta di stile che unisce la personalità alle competenze.
Di cosa ti occupi, Salvatore? Come ti definisci?
Sono nato come programmatore e webmaster, oggi mi occupo di strategie digitali e lavoro principalmente per un’agenzia di comunicazione e marketing di grandi dimensioni per cui mi occupo di consulenza al cliente. In sostanza faccio ottimizzazione di siti web lato backend e formazione sul loro utilizzo, infatti scelgo solamente agenzie che per politica aziendale guidano i propri clienti verso l’autonomia nell’utilizzo del sito web che acquistano. In questo senso trovo una grande utilità nel mio lavoro, combattendo quotidianamente quello che si definisce “analfabetismo digitale”. Infatti, oltre ai siti web, mi occupo anche di formazione sull’utilizzo di risorse open source per freelance e imprenditori.
Ho anche clienti diretti oltre a quelli delle agenzie e l’obiettivo è sempre quello di allargare quanto più possibile la consapevolezza del web e dei suoi strumenti, skill fondamentale specialmente post covid.

Come mai hai scelto di aprire partita IVA?
Sono un programmatore, quindi mi piace programmare tutto. Anche la mia vita. L’idea di dover rispettare la programmazione del mio tempo in base alle scelte di altre persone proprio non mi piace. Sto diventando padre e il mio desiderio è quello di uscire a fare un giro con mio figlio quando abbiamo voglia, senza dover dire di no a causa di limiti o imposizioni. Questo mi permette di continuare a studiare e formarmi in funzione dei miei interessi e delle mie esigenze, diventando sempre più competente su ciò che mi interessa. Certo, a volte ci sono periodi che non ti permettono di godere di tutta questa libertà, ma la maggior parte delle volte sono io che scelgo di affrontare un periodo di overflow. In sintesi possiamo dire che ho aperto partita iva per avere la libertà di gestione di tempo e risorse, per me stesso e per i miei affetti.
E’ stato difficile iniziare? Come ha influito essere in Sicilia?
Onestamente sì, lo è stato. Questo perché ho aperto partita iva nel 2015 e qui al sud il mondo dell’informatica per come lo intendo io non è molto accessibile. Ho studiato su risorse non tradotte, i primi clienti li trovavo su Fiverr prima e su Guru poi, principalmente all’estero o nel nord Italia. Qui troppo spesso è il famoso “cuggino” a occuparsi di informatica, lascio immaginare i risultati, ma non essendoci cultura in questo senso i risultati andavano bene ai committenti. Una delle difficoltà principali è stata quella di trovare un commercialista competente nella mia materia. Detto questo, ad oggi la musica sta cambiando: le difficoltà hanno portato a conoscere la necessità di presidiare il web, di esserci, oltre che di comunicare correttamente. Certo, non siamo ancora ai livelli di altre zone d’Europa, ma è apprezzabile questa nuova apertura alla conoscenza verso novità che prima erano tabù. Per questo dicevo di essere contento del mio lavoro, cavalco l’onda del cambiamento portando valore alle persone e alle imprese.
Quale momento identifichi come punto di svolta della tua vita professionale?
Non parlerei propriamente di un punto di svolta, piuttosto di un percorso gradualmente sempre meno tortuoso e più accessibile: come quando scendi una montagna e passi dai tornanti alle strade larghe, dritte, con una visibilità molto estesa. Come per i miei clienti, anche per me è stato fondamentale coltivare la consapevolezza. Ho iniziato con Fiverr, ma la guerra al ribasso mi ha portato a cambiare piattaforma e provare Guru: sicuramente molto meglio. Ad oggi però il mio strumento preferito è sicuramente Linkedin, grazie al quale ho modo di coltivare costantemente la mia rete di contatti, conoscere nuovi collaboratori anche in diversi settori ed entrare in contatto con potenziali clienti. Proprio la rete è il fattore determinante di questa professione: dal network emergono sempre ottime possibilità lavorative. Se proprio devo trovare un punto di svolta in particolare, allora direi l’accesso al mondo open source di GITHUB: una palestra continua di programmazione che dà davvero tante possibilità ai professionisti dell’IT.
Ci tengo a sottolineare tuttavia che il mio percorso non mi permette ancora di procedere con l’autopilota: tutto è sicuramente più facile rispetto all’inizio, sicuramente continuerò a crescere e a migliorarmi.
Quale consiglio daresti a webmaster che pensa di aprire partita iva?
Non aver paura del salto nel vuoto, ma anche di non abbassare la guardia. Il mondo della partita iva è complesso e sicuramente è molto importante studiarlo e conoscerne tutte le metriche. Trovare un buon commercialista che sia esperto e competente nella materia di interesse, sicuramente coltivare una rete di valore per essere sempre circondati da stimoli e novità. Consiglio di non svendersi né a livello economico né a livello etico: facciamo un lavoro davvero molto delicato, lavoriamo dietro a ciò che la gente vede e spesso diventa facile inciampare in proposte non virtuose. Ecco, quelle vanno evitate! La libertà che deriva dallo stato di freelance è ciò che ci porta ad andare a dormire sereni, sapendo di aver fatto bene qualcosa di utile. L’ultimo consiglio che do, molto più pratico, è quello di scegliere con cura i propri strumenti, i propri software, di non smettere mai di utilizzarne di nuovi per continuare sempre a essere al centro dell’evoluzione digitale.
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