Avviare una Start-up, quali punti mettere a fuoco?
Stefano Melli
In bocca al lupo. Questo è quello che ti direbbe chiunque, almeno qui in Italia. Vuoi una mano? Questo è quello che ti diciamo noi. Avviare una start-up non è sicuramente una cosa semplice, specialmente senza l’esperienza lavorativa di un senior.
Prima di iniziare bisogna assolutamente mettere a fuoco uno dei fattori più determinanti in questa fase: il rischio di fallire. Si può fallire non solo per un’idea non vincente, ma soprattutto per un’idea che non fornisce davvero una risposta a una necessità reale. Infatti può essere che l’idea sia buona e che davvero tu abbia intercettato un bisogno che aspetta un nuovo servizio sul mercato o l’innovazione di uno già presente, ma che tu abbia difeso l’idea originale senza modificarla in funzione delle esigenze dei possibili clienti.
Facciamo ordine, quali sono i primi passi per avviare una start-up?
1 – Mettiti in dubbio
Certo, non basta l’idea per metterla in pratica. Di quali competenze hai bisogno per realizzarla? Uno dei primi passi è quello di scomporre la tua idea di business in unità piccole, per poi analizzarle singolarmente e capire quali possano essere le competenze per poter dare forma alla tua startup. Fatto questo, quali skills ha senso che acquisisca tu e di quali sarà meglio dar fiducia a co-founder o collaboratori? Spesso il team è una delle ultime variabili che si prendono in considerazione per la creazione di una start-up, per noi invece è una delle prime per dare fin da subito sostanza al progetto.
2 – Metti in dubbio la tua idea di business
Probabilmente limite nostro, ma non abbiamo considerato i wannabe startupper. Abbiamo piuttosto considerato futuri startupper che hanno già un’idea specifica e questa deve poter rispondere alle seguenti domande:
- Quali saranno i nuovi trend di mercato?
- La tua idea risponde a un problema senza soluzione?
- La tua idea offre una soluzione migliore rispetto a quelle esistenti sul mercato?
- Esiste un’alternativa più economica?
- Quali fattori rendono unica la tua soluzione?
Sicuramente studiare continuamente il mercato di riferimento è fondamentale, ma anche avere sempre gli occhi sul mercato globale può portare a modifiche interessanti della propria idea.
3 – Metti nuovamente in dubbio la tua idea
Uno dei passaggi fondamentali da affrontare è quello di validare la propria idea con il feedback di altre persone, e più sono meglio è. Come fare? È possibile creare dei sondaggi per chiedere a potenziali clienti se hanno mai vissuto la necessità a cui si rifà la soluzione che vuoi proporre, quali alternative hanno valutato in merito e come si sentono di fronte a questo determinato problema. Le domande delle interviste possono essere diverse, questi sono degli esempi, e soprattutto possono essere più o meno specifiche.
Sempre al fine di validare l’idea è consigliabile fare uno smoke test. Semplicemente si tratta di una pagina web in cui si spiega a parole il servizio, meglio se con delle slide, al fine di condividere l’idea. L’utilità dello strumento sta nella possibilità per l’utente di iscriversi alla lista di attesa, così da avere subito un feedback concreto sulla propria idea di business. È importante sottolineare che in questa fase non è necessario avere a disposizione alcun prototipo, così da non rischiare di spendere soldi inutilmente prima di eventuali modifiche derivanti dalle risposte dei partecipanti al sondaggio.
4 – Studia i competitors prima di avviare una start-up
Una volta definita la tua idea, parti dal presupposto che dei competitors esistono sempre. Anche se tu fossi la prima persona al mondo ad aver immaginato e sviluppato l’ombrello, andresti comunque a competere con le aziende che producono mantelle impermeabili. Questo perché il competitor non è colui che offre un prodotto o un servizio simile al tuo, bensì colui che con il suo business risponde alla stessa necessità dei potenziali clienti.
Analizzare i competitors significa catalogarli, individuandone i punti di forza e debolezza, indicando dimensioni e fatturato. Questa operazione può essere svolta anche in funzione dell’offerta, stilando per ogni competitor i prodotti o i servizi offerti, così da avere una panoramica completa del loro raggio d’azione.
5 – Analizza i Feedback anche in relazione ai competitors
Ora hai un’idea chiara, potenzialmente le risorse umane per svilupparla e i feedback sul tuo progetto imprenditoriale. Grazie allo smoke test puoi subito avere idea della risposta del pubblico, sia in funzione del numero di iscritti alla lista di attesa (futuri primi clienti/utenti), sia in funzione dei commenti sull’idea stessa. Ormai dovrebbe essere chiara l’importanza di mettere in dubbio sé stessi e il progetto di business in questione, quindi in funzione dello smoke test è fondamentale, quando necessario, modificare l’idea di business in funzione della risposta ricevuta.
Fondamentale in questo caso fare un paragone tra la propria idea, i potenziali sviluppi in funzione delle modifiche e le soluzioni già esistenti, così da non creare doppioni e individuare i pattern che rendono unico il progetto.
L’aggiornamento continuo del progetto ha in sé la conseguenza naturale della continua ottimizzazione, processo che non andrebbe mai interrotto. La dinamicità degli aggiornamenti infatti mantiene viva l’attenzione dei fruitori, oltre a farli sentire parte del progetto quando gli aggiornamenti nascono dai loro feedback. Ora, è possibile dare concretezza alla start-up con un business plan e un prototipo.
6 – Crea un Business Plan dinamico
Ogni progetto imprenditoriale deve avere alla base un buon piano che lo descriva sotto diversi aspetti. Certo, inizialmente non sarà delineato e preciso, ma avere una bussola da seguire è certamente meglio che navigare a braccio.
Ma come si compone un business plan? Per i meno esperti è sufficiente dire che si tratta di un documento di 7 o 8 pagine, che consideri queste tematiche:
- Mission, vision e valori
- Descrizione del progetto
- Analisi di mercato e strategia
- Pianificazione investimenti
- Piano marketing
- Obiettivi a breve, medio e lungo termine
- Team
Ovviamente un business plan può essere molto più complesso, ma qui vogliamo parlare di come iniziare a mettere le basi per avviare una start-up. Molto importante è redarre un documento che sia malleabile in funzione delle diverse necessità che possono emergere nel tempo, differenti non solo per ogni settore, ma anche per ogni singolo progetto.
Il business plan infatti potrà essere modificato anche una volta avviata l’attività, così da avere sempre traccia dei cambiamenti che si potrebbero rendere necessari.
L’ultimo punto è quello dedicato al team, da intendersi sì come nome e cognome dei fondatori, ma anche semplicemente come “mansioni”. Sapere quali risorse serviranno permetterà di avere nitidamente chiaro chi coinvolgere nel progetto e di quali parti si dovrà occupare, così da semplificare la ricerca delle persone giuste.
7 – Basta teoria, è tempo di fare
Ora che tutte le pedine sono ben distribuite sulla scacchiera, è possibile iniziare la partita decisiva e dare vita al prototipo della startup. Questo significa o sviluppare un prodotto o dare vita al servizio, così da metterlo a disposizione di una community di tester. Questa può essere composta dai contatti raccolti nella fase di smoke test, oltre che da amici, parenti e contatti di terzo livello.
Il prodotto e/o il servizio in questo caso potranno essere ancora crudi, così da poter effettuare un fine-tuning con i feedback ricevuti in fase di test (sempre, sempre, sempre mettersi in dubbio!). Infatti, passando al lato pratico potranno esserci nuove osservazioni o nuovi spunti che considereranno aspetti inediti e che potranno fare la differenza sull’esperienza utente.
Il prototipo in definitiva deve rappresentare lo scheletro del progetto, la soluzione principale alla necessità individuata, poi ampliabile nel tempo a livello di funzionalità. L’idea è quella di dire: “ok, questo è quello che vorremmo fare, ti torna? Cosa aggiungeresti?”. E’ possibile che le soluzioni già pensate in fase di progettazioni torneranno utili, ma in momenti differenti rispetto a quelle proposte dalla community tester.
8 – Finanziamenti per avviare una start-up
Questa è una delle fasi più delicate quando si vuole avviare una start-up, che può dare o togliere la vita al progetto. Trovare i fondi è infatti il passo che permetterà alla startup di concretizzarsi e di proporre al mercato la propria soluzione. Si può partecipare a bandi che finanziano questo tipo di attività: tra quelli pubblici ce ne sono di livello regionale, nazionale o europeo, ma sono molti anche quelli privati. Esistono incubatori che si occupano di investire e agevolare la crescita di startup innovative, ma per rientrare tra i potenziali vincitori sarà fondamentale avere una buona presentazione.
Per raccontare l’idea di business consigliamo vivamente di sintetizzare quanto possibile i concetti cardine in funzione dell’utilità, considerando valori quali l’impatto sociale e la sostenibilità. È sempre più importante infatti il valore etico di questi progetti, che non possono più limitarsi a proporre soluzioni mirate ai clienti finali, ma devono coinvolgere indirettamente diversi contesti sociali. Per esempio, una start-up che si occupa di Fatturazione Elettronica si rivolge a imprese e liberi professionisti, ma applicando procedure di lavoro sostenibili per l’ambiente avrà un’utilità per tutta la popolazione. Non si tratta di trend, noi ci crediamo davvero e questo crediamo possa essere un valore aggiunto.

Ci sono altri metodi per finanziare i propri progetti, come ad esempio i crowfunding. Esistono piattaforme dove poter mettere in vetrina la presentazione della propria idea e, volendo, anche il prototipo stesso. Queste presentazioni sono attenzionate da investitori di tutto il mondo, che possono decidere di investire in qualsiasi progetto anche senza prenderne parte. Una figura quasi antologica è quella del business angel, che esiste davvero e si propone alle startup con donazioni senza alcuna previsione di ritorno, solamente per supportare progetti in partenza.
Si possono infine richiedere prestiti alle banche, che sempre più guardano verso il mondo start-up con piani di rientro agevolati.
9 – Avviare una start-up: burocrazia, benvenuta!
L’ultimo passaggio per avviare una start-up, consiste proprio nell’avviamento. Si può farlo in autonomia, ma come consigliamo sempre in questi casi è sempre meglio affidarsi a un commercialista, meglio se specializzato nel settore di riferimento. Il momento giusto per fondare la start-up non esiste, ma diventa essenziale quando inizia ad esserci la possibilità di fatturare o quando qualcuno è intenzionato ad investire nel progetto.
Per avviare una startup servirà anzitutto trovare un nome adeguato, stabilire la forma giuridica e farsi riconoscere legalmente registrandosi al registro delle persone giuridiche private, al registro imprese e registrando la partita IVA. Bisognerà poi aprire un conto bancario intestato alla startup e pensare ai contratti di collaboratori e dipendenti.
Come dicevamo, meglio affidarsi a un commercialista che si occupa ogni giorno di queste faccende noiose (e molto tecniche).
10 – Dai il via alle danze
Ora che è tutto pronto, puoi iniziare a vendere il tuo prodotto o il tuo servizio. Probabilmente qui il grosso sembra fatto, in realtà deve ancora venire: solamente con l’introduzione sul mercato della propria soluzione di business sarà possibile avere una reale idea del suo funzionamento e prendere in corsa accorgimenti per far funzionare il progetto imprenditoriale nel migliore dei modi. Prima di questo momento si è ragionato su idee e sensazioni, ora la partita è cominciata per davvero.
Valutare le entrate e le uscite, prospettando come queste possano variare nel tempo è sicuramente complesso. Ma è proprio qui che sta la chiave del successo di una startup, oltre che nel trovare costantemente soluzioni nuove per migliorare lo stato di salute dell’azienda.
Ad oggi uno degli accorgimenti che può favorire le persone ad avviare una start-up è quello di non avere una sede operativa (quando possibile), così da tagliare una fetta molto importante di costi. Allo stesso modo, digitalizzare l’azienda è un’altra strada percorribile: esistono molti tool online che permettono ai team di lavorare da remoto, esistono i cloud che consentono di conservare e condividere con chiunque e a costi limitati. Esistono servizi come FatturaElettronica APP che permettono di gestire tutta la sfera di fatturazione in modo semplice e veloce, in totale sicurezza.
Ecco l’ultimo aspetto da prendere in considerazione: la semplificazione. Come fare a rendere tutto così semplice da poter essere osservato e modificato in corsa? Il nostro consiglio è proprio quello di partire dagli strumenti e dal work flow.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.